Le madri e le gestanti sono segnalate dai servizi sociali, che formulano una proposta di inserimento in cui vengono definiti gli obiettivi, i criteri per verificarne il conseguimento e la presunta durata della permanenza.
Le donne vengono accolte per il periodo strettamente necessario a promuoverne l’autonomia, tuttavia vengono proposte – all’occorrenza – modalità di accompagnamento e verifica successive alla fuoriuscita dalla comunità.
L’inserimento avviene gradualmente per favorire la reciproca conoscenza tra le donne e il personale educativo.
Gli educatori presentano le regole della casa ed invitano le donne ad esplicitare le loro personali aspettattive allo scopo di chiarire eventuali dubbi e/o errate interpretazioni in merito alla tipologia di aiuto che possono ricevere.
Attraverso questo percorso la donna stabilisce con il suo educatore di riferimento una sorta di “patto” in cui entrambe le parti si impegnano a rispettare le regole concordate.
L’educatore annota giornalmente su un “diario di bordo” le proprie osservazioni riguardanti le donne e/o le coppie madri/bambini che segue; questi appunti consentono sia al singolo operatore che all’équipe di valutare in itinere l’andamento del progetto individuale e del più generale progetto di comunità.
Tali appunti servono inoltre per discutere con le donne direttamente interessate circa l’andamento del suo progetto nell’ottica di raccordarlo ad un più ampio progetto di vita.
Alle donne vengono poi presentati i servizi territoriali di supporto alla genitorialità che siano eventualmente stati suggeriti nel progetto individuale (Spazio Famiglia, gruppi di auto-aiuto, associazioni).